lunedì 22 ottobre 2012

Recensione di “Quattro soli a motore” di Nicola Pezzoli

nicola pezzoliTitolo: Quattro soli a motore
Autore: Nicola Pezzoli
Neo edizioni - 2012
Prezzo: € 15.00
ISBN: 978-88-96176-11-5
Pagine: 304

Con “Quattro soli a motore”  Nicola Pezzoli ci accompagna in un viaggio attraverso la vita di un bambino di soli undici anni. A dire il vero, ad accompagnarci non è Nicola Pezzoli, ma il protagonista del romanzo stesso. Corradino ci rende partecipi di tutte le avventure, belle e brutte, di una lunga estate del 1978, in cui fanno capolino anche ricordi passati. Ma a condurci  in questa lettura, non è il piccolo protagonista ma il Corradino cresciuto, il Corradino che, quelle esperienze, le ha vissute in prima persona, molto tempo prima.


Benché sia ancora molto giovane, Corradino conosce bene la sofferenza. Un padre violento, una madre che beve un po’ troppo; una nonna che ama, e che lo ama – cosa da non ignorare - e che vede sfiorire giorno dopo giorno a causa dell’Alzheimer; uno stuolo di bulli pronti a rifarsi su di lui ad ogni occasione. Nonostante tutto il nostro protagonista, ed accompagnatore, non abbandona mai la sua ironia e capacità di saper prendere il bello dalla vita.

La mamma beveva e papà mi picchiava. Ma questo non è il lamento del Corradino maltrattato, e se dall’inizio alla fine sulle mie chiappe e dietro le ginocchia ci saranno dei lividi, be’, non per questo verrò a piangere fra le vostre braccia. Sono un duro, io. E poi, chi vi conosce? I lividi fate finta di non vederli.


L’amicizia sincera con Gianni, di solo un anno più grande di lui, lo porterà a vivere numerose avventure. Da quelle più banali e scontante per un bambino di quell’età a quelle più pericolose e ardite che neanche gli adulti di Cuviago si sarebbero mai permessi anche solo pensare. Il mistero di Villa Kestenholz, del suo ultracentenario proprietario e l’inspiegabile scomparsa di tutta la sua famiglia, accompagnerà Corradino e Gianni per tutto il romanzo e, per ovvia consequenzialità, farà da silente accompagnatore anche per noi.
Il piccolo Corradino vivrà tutte queste esperienze con la genuinità di un bambino di quell’età. Con la paura delle ombre e del “cane nero”. Con la consapevolezza che una scarpa slacciata significava “cinghiate”. Con la tenerezza dell’attesa di un bacio schivato. Con la tremenda  percezione di aver –forse- causato la morte di ben tre persone. Con il coraggio di andare contro il “chiacchiericcio” della gente.

La scrittura di Nicola Pezzoli è veloce e semplice. Le frasi sono brevi, a volte formate da una sola parola. L’ironia con cui scrive e si rivolge al lettore è presente dall’inizio alla fine del romanzo. Tutto questo porta il lettore a leggere “Quattro soli a motore” con estrema semplicità e naturalezza, quasi si trattasse di una normale chiacchierata tra noi lettori e Corradino, accompagnatore e protagonista. Ci sgrida, ci deride e si scusa, come se fosse davanti a noi, e questo ce lo rende ancor più simpatico.

Buon romanzo. Ne consiglio la lettura a chiunque voglia rivivere le gioie di un’infanzia rubata o, semplicemente, passata. Le gioie di una tv a colori, di un amicizia sincera, di un mistero da svelare, di una madre che beve ma è capace di trasmettere solo amore puro.

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