mercoledì 24 ottobre 2012

Appunti di scrittura creativa di Yukie: 5 - lo straniamento



Straniamento: sconvolgimento dell’abituale percezione della realtà che il narratore induce nel lettore mediante l’uso di particolari tecniche linguistico–narrative.

Questa è la tecnica narrativa che esploriamo oggi. Per spiegarla, come ho fatto per l’hook, parto subito da un esempio:

Gli esseri umani sono cose di dimensioni variabili. I più piccoli lo sono talmente che se altri esseri umani più grandi non li portassero dentro un piccolo veicolo, non tarderebbero a essere calpestati. I più alti raramente superano i 200 centimetri di lunghezza. Un dato sorprendente è che quando giacciono distesi misurano sempre stranamente lo stesso. Alcuni hanno baffi, altri barba e baffi. Quasi tutti hanno due occhi, che possono essere situati nella parte anteriore o posteriore della testa, secondo da che parte li si guarda. Deambulando si spostano da dietro in avanti, per la qual cosa devono controbilancare il movimento delle gambe con un vigoroso sbracciamento. I più frettolosi rinforzano lo sbracciamento mediante borse di pelle o di plastica o valigette denominate Samsonite, fatte di materiale proveniente da un altro pianeta. Il sistema di spostamento delle autombili (quattro ruote accoppiate piene d’aria fetida) è più razionale, e permette di raggiungere velocità superiori. Non devo volare né spostarmi a testa in giù se non voglio esser preso per un eccentrico. Nota bene: mantenere sempre in contatto col terreno un piede – uno qualsiasi dei due – o l’organo esteriore denominato culo.

“Nessuna notizia di Gurb” di Eduardo Mendoza.

A descriverci in questo modo esilarante è un alieno, sbarcato sul nostro pianeta in missione di ricognizione insieme a un compagno. Quest’ultimo si perde e lui resta solo, a cercarlo e a registrare ciò che vede attraverso il suo sguardo, estraneo alle abitudini del nostro mondo.

Eduardo Mendoza è uno scrittore spagnolo contemporaneo, ma nell’utilizzo di questa tecnica ha dei predecessori famosi. Tolstoj per esempio, che in un racconto degli anni venti, “Cholstomer”, usa come narratore un cavallo, che ragiona a modo suo sulle diversità tra uomini e cavalli (giungendo alla conclusione che i cavalli sono superiori).
Frederic Brown utilizza magistralmente la tecnica dello straniamento nel suo racconto breve “La sentinella”, che merita senz’altro una lettura. Se non lo conoscete leggetelo qui: http://www.galileilivorno.it/serale/fad ... inella.pdf

La tecnica dello straniamento dunque si usa quando si vuole stravolgere gli schemi comuni, descrivendo una situazione normale dal punto di vista da qualcuno per cui non è tale, in modo che tutto appaia ribaltato, insolito, spaventoso o buffo.

In ambito italiano non si può non citare Verga, che ha adottato lo straniamento in molte sue opere. Questo è l’incipit di Rosso Malpelo:
«Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone.»
Appare evidente che quello esposto non è il punto di vista dell’autore, né di un personaggio specifico, ma la mentalità collettiva dei personaggi della storia. “Malpelo ha i capelli rossi perché è un ragazzo malizioso e cattivo” è l’espressione di un pregiudizio popolare. Detto in tecniche narrative: uno straniamento.

Esercizio: Descrivete brevemente un condominio dal punto di vista di un abitante di un villaggio africano.


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