lunedì 10 settembre 2012

L'amore ai tempi dei lucchetti.



Sembra una famosa canzone di Elio e Le storie Tese: lucchetti sì, lucchetti no, la terra dei lucchetti.

Mentre dilaga la "lucchetti mania" lanciata dallo scrittore Federico Moccia con il suo romanzo "Tre metri sopra il cielo" in cui i protagonisti si dichiaravano amore, mettendo un lucchetto a Ponte Milvio, oggi in Italia si pensa di rimuoverli.
È infatti notizia di questa settimana che il sindaco Alemanno ha deliberato di spostare la mole immensa di lucchetti in un museo, trasformando la grande scultura ferrosa in una mostra permanente.
Probabilmente qualcuno sta pensando che quei lucchetti sono un segno del nostro tempo, il risultato di un linguaggio nuovo o comunque un'icona, nel bene o nel male, di questi anni. Perché se non fosse così li avrebbero fusi e magari riutilizzati in altro modo, no?

Ma riusciranno a fermare i lucchetti d'amore? 
Pare di no...
L'avvistamento di nuovi lucchetti ora si sposta alla fontana di trevi con le chiavi gettate a far compagnia alle monetine, rendendo però difficile il lavoro dei recuperatori di monete.
Ma fosse finita qui! NO!

La moda dilaga anche fuori confine: a Parigi da qualche tempo mettere lucchetti è una delle cose più romantiche e à la mode che puoi fare. Ma non basta...
Anche a Madrid, tra una sangria e una tapas devi mettere un lucchetto! E anche a Siviglia e New York... New york, ci pensate, la città di Woody Allen... E poi in quante altre città non ancora segnalate fanno la loro comparsa i dolci e amati lucchettini dell'ammore!

Stanno cercando di distruggere una delle manifestazioni più romantiche di questo secolo! Ahinoi!

Perché?


Dicono che i lucchetti deturpino monumenti che avrebbero il diritto di mostrare la loro storica bellezza. Altri tirano in ballo l'ingegneria, paventando che ponti così antichi possano essere messi in pericolo dal peso dell'ammore. I più schietti dicono sia la cosa più cafona vista in questo secolo.

Forse l'invidia snob di tanti detrattori del Moccione Nazionale ha una parte in questa vicenda?
I sospetti ci sono... Sarà anche vero che i libri di Moccia sono orrendi collage di stereotipi che piacciono agli adolescenti. Sarà anche vero che Moccia non è Calvino e che in pochi trentenni sono riusciti ad andare oltre l'incipit di "tre metri sopra il cielo" (vedere qui il prode Alex che lo fa a pezzi).
Tuttavia lui, ha venduto milioni di libri, ha portato la ehm... letteratura alle scuole medie e con quei maledetti lucchetti ha diffuso una moda in tutto il pianeta.
Noi siamo capaci di fare altrettanto?

No, questo è certo.

E allora non ci resta che guardare fiorire questa lucchetti mania con la consapevolezza che nessuno la potrà arginare. Potremo tuttavia consolarci facendo finta che mentre Cathia (eccheccazzo ma chiamarla Catia no?!) ha il fondoschiena più bello d'Europa e lui, il protagonista, sta appollaiato sotto un'aquila di pietra, l'incipit più brutto mai scritto possa sorprenderci e prendere un'altra piega!
 
"Ma alle sue spalle qualcosa di strano stava accadendo.
Ci fu uno scricchiolio e piccole crepe serpeggiarono lungo la pietra poi l’aquila fu improvvisamente libera, nera come la notte ma soprattutto viva.
Sbattè le ali enormi quasi con incredulità lottando per non precipitare ma in un lampo il suo corpo reagì e l’animale schizzò in avanti prendendo quota fino a quando non avvistò la preda.
Un unico grido rimbalzò sulle pareti dei grattacieli, quindi si tuffò in basso per concludere la caccia.
Lui avvertì uno strappo alle spalle e d’un tratto fu in alto che guardava la sua moto sfondare la vetrina di un negozio.
Quando l’aquila raggiunse un’altezza sufficiente aprì gli artigli perché la preda si rompesse le ossa nell’impatto con il suolo, facilitando il suo pasto.
Lui morì quasi nel punto in cui era caduto con la sua moto, giorni addietro, vicino al bottone mancante che lo attendeva al bordo della strada, nascosto nell’erba alta." (Alex)

Black Bart

Stile: satira sociale
Notizia: http://www.dire.it/HOME/roma_libera.php?c=45938&m=3&l=it
www.pescepirata.it

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