Il
progetto Pescepirata nasce ad inizio 2011 fa per una combinazione di eventi abbastanza improbabile.
Tipo
che uno era bloccato all'aeroporto, un altro aveva una gomma a terra e
senza soldi per prendere il taxi, a quell'altra la tintoria non aveva
portato il tailleur che le sarebbe servito per una conferenza
(che poi fece in jeans
sdruciti e maglietta dei
Ramones).
Del funerale non parliamo.
In più, dall'altra parte del mondo, c'era stata una specie di inondazione seguita da un terremoto...
SEMBRA FANTASCIENZA INVECE E' TUTTO VERO.
Ad ogni modo il
progetto pescepirata
nasce e si sviluppa; viene portato alla luce tassello dopo tassello, idea su
idea, mattone su mattone, da un collettivo eterogeneo che trova un'alchimia che sa di magia.
Un
collettivo di
persone di diverse età, estrazioni sociali, etnie, religioni,
gusti personali, sesso ed esperienze professionali. Uno di loro sta più
sull'aereo che in terra, un altro odia volare e si muove perlopiù in
bicicletta.
La tipa delle conferenze parla più inglese che
italiano. E l'ultimo sarebbe capace di penetrare nel database della
CIA se solo lo volesse (il fetente).
Alcuni partecipano attivamente, altri
lavorano nei sotterranei. Alcuni si loggano in gran segreto per controllare. Ognuno ha
un compito ben preciso che porterà a termine da buon pirata.
Perché pesce?
Pesce
perché lo scrittore è un po' come un pesce: parla poco, è silenzioso,
si muove rasente al fondale muovendo appena la coda. Eppure scruta
tutto, vede perfino quello che succede alle sue spalle.
Poi nel
nostro caso i pesci pirata sono piccoli (dovrebbero essere
pesci tropicali ma esiste poca documentazione in merito) e SI MUOVONO
IN BRANCO.
Da soli sarebbero innocui, quasi ridicoli con quei dentini... Invece in branco possono far paura a un pescecane.
Ma non sono piraha eh.. i pescipirati sono pesci bellini e molto più piccoli.
L'idea
di un pesce in costante pericolo che si muove compatto e forma un
branco che lo seguirà per tutta la sua vità, bhe calzava a pennello.
Poi Pirata...
No,
nessuno ha pensato a Johnny Depp, ci siamo invece ispirati alla
pirateria informatica che ha poco di distruttivo e tanto di etico...
Il concetto di
pirata informatico oggi ha assunto un'accezione positiva, sposando in pieno la filosofia dell'web 2.0 Ovvero il voler rendere pubblico e accessibile il lavoro frutto del singolo o della collettività.
Guardate ciò che è stato fatto da
Anonymous e osservate la loro filosofia (definita
hacktivism il cui gioco di parole è semplice da comprendere), come hanno agito dall'onda verde iraniana alla Tunisia più recente.
Non aspiriamo a tanto ma ci ispiriamo tanto!!!
Il web 2.0 ha portato grandi cambiamenti nel modo della fruizione della rete, NON siamo più spettatori passivi,
ne siamo parte. Siamo fruitori e creatori di contenuti e di informazione; non solo, per far questo operiamo in
collaborazione e
cooperazione.
La convivenza ha portato a un processo di
autoregolamentazione, ed è quello che facciamo:
collettivo nella
scrittura ma anche nella
lettura e collettivo anche
nell'editing. Ogni ruolo, ogni azione e soprattutto ogni singolo individuo, è importante.
Ognuno di noi è una
spugna che attinge dagli altri per essere spremuto a sua volta.
In particolare abbracciamo il concetto di
disintermediazione, perché vogliamo modificare quelli che sono i canali tradizionali. Uno per tutti e tutti per uno.
DISINTERMEDIAZIONE