L’amore
è per tutti. E’ davvero così? C’è un mondo reale dove l’amore
è uguale per tutti? E’ una domanda che mi sono posta leggendo il
libro di Mara Boselli. L’amore come cardine principale che muove le
fila della trama. E’ un romanzo corale dove tre storie si
intervallano.
Camilla
e Milla, due ragazze dallo stesso nome che si trovano in una Milano
tratteggiata.
“Con
la coda dell’occhio, l’aveva vista alzare la testa dal portafogli
e sorriderle mentre afferrava il suo beverone impronunciabile. La
osservava e non smetteva di sorridere leggera, con la testa un po’
inclinata verso destra”.
Roberta
e Giorgia che si scoprono a volere una maternità.
“Roberta
ne era sicura: se la mandibola della sua compagna non fosse stata più
che saldamente ancorata a tutto il resto, l’avrebbe ritrovata a
rotolare sul pavimento. Avere un figlio non era esattamente una delle
loro priorità: ne avevano discusso, certo, ma la vedevano entrambe
come una cosa abbastanza lontana. Bella, ma lontana”.
Alessia
e Ilaria tessute insieme ma anche guerriere contro la malattia.
“Non
ha più senso – aveva ripreso Ilaria con tutta la calma che era
riuscita a contrapporre all'ira di Alessia – che io costringa
tante persone a vivere in questo dolore. Non ha più senso per la mia
famiglia e non ha più senso nemmeno per noi, per me e per te. –
aveva preso e le aveva afferrato una mano per stringergliela forte –
Io ci voglio libere”.
In
tutte queste coppie di donne il cui amore non è solo una parola si
scontrano e si fondano altre realtà. Per Camilla non è stato facile
far accettare la sua diversità alla famiglia. Il fratello era sempre
il primo ad avere attenzioni e a tenere le fila della famiglia così
detta tradizionale. E su questo concetto che il libro si snoda
e senza dare nessun giudizio, ci fa entrare nelle storie di queste
sei donne entrando dalle loro porte. Quella di Roberta
e Giorgia è una porta difficile. L’inseminazione, una città che
non è casa, la speranza, il non essere all'altezza, lo sperare in
un sogno che può frantumarsi in un solo momento lasciando piccoli
deserti dietro.
L’amore
può bastare a dare acqua anche dove non c’è?
“Quando
scopri che sei seduta su una cazzo di bomba pronta ad esplodere, ti
sembra che tutto il mondo improvvisamente si metta a muoversi al
rallentatore. Esattamente come succede nei film. Tu vorresti
sbrigarti, vorresti velocizzare, vorresti solo avere più tempo per
fare, per dire, per pensare e, invece, tutti intorno a te si muovono
come se fossero affetti da una forma estrema di bradipismo.”
La
porta di Ilaria è stretta. Sembra quasi un cancello. Deve passare
per la malattia di Alessia. Lei che non entra in Chiesa da tanto
tempo. Allontanata perché gay si ritrova a pregare. L’amore è
anche fede.
La
porta di Milla invece è semplice. Si entra senza dare troppo
disturbo, lei è un puzzle di storie e di aria. Milla è una porta
che compie un viaggio dentro se stessi fino alle radici. Ripercorre
il suo essere gay attraverso i suoi genitori. Entrambi che avevano
capito e l’avevano accettato. Milla è il romanticismo, è la
sorpresa. Il lieto fine. Giorgia passa attraverso la maternità di
Roberta. Quella sognata, quella ad un certo punto sperata. Il loro
desiderare che l’amore sia frutto.
“Era
bello sentirsi presentare come la compagna della signora e non
avvertire nessuna inclinazione sarcastica o irriverente in quelle
parole”.
In
questo libro è il diverso ad essere sottolineato e viene portato a
galla attraverso l’amore. Sentimento che unisce ma può anche
dividere. Tra queste pagine è la base solida dove tutto si fonde .
La casa dove si affacciano queste tre porte. Sei donne. L’amore si
fa certezza per Milla e Camilla. Si fa sogno di un figlio per Roberta
e Giorgia, si fa combattimento per Ilaria e Alessia.
Ma
il vero libro quello della trama fine è il senso della famiglia. Il
rapporto padre figlia che viene a tessere momenti importanti in tutto
il romanzo. I padri che proteggono le figlie, padri che non accettano
ma che sono in qualche modo presenti in un modo che solo Mara Boselli
ha saputo presentare. Entra nei personaggi ma non li conduce a
bruschi cambi di direzioni. Segue la strada. Padri il cui unico
compito è essere per una parte della vita, il principe azzurro.
Rappresentare quell'amore che poi si cerca.
Perché
l’amore è per tutti e può annaffiare tanti deserti.
L'amore è per tutti coloro che hanno il "coraggio di viverlo" fino in fondo. Grazie per la segnalazione,
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