Aveva una cura meticolosa nel sistemare gli oggetti nella lavastoviglie.
Prima i bicchieri in vetro, poi quelli in plastica. Le tazze per il thè
e quelle per il caffè le metteva in bilico. Quelle bianche spaiate, di
porcellana scadente, invece le metteva in basso al posto dei piatti che
ammassava nel lavandino e lavava a mano, consumando tutto il detersivo.
Usava panetti di burro per cucinare e i piatti erano untosi, scivolosi.
Le padelle erano tutte bruciate. Non ingrassava neanche se avesse
mangiato tutto il giorno, rimaneva ossuta con le ginocchia di fuori come
un mattarello scolpito male. Le curve non avevano accarezzato neanche
il viso, occhiali e una montatura nera nascondevano solo due occhi
chiari e muti.
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