Stelle, stelline e Guerre
Stellari
di "wyjkz31" Rossana Zago
Luca è in camera sua. Impugna a due mani la spada laser
e combatte contro Dart Fener un duello iniziato sul tappeto,
proseguito sul letto e che adesso si è spostato fra gli orsetti di
peluche.
«Luca, per piacere, vai a prendere il latte?»
«Uffa!»
Ripone la spada laser, rimette gli orsetti
al loro posto, indossa sciarpa, giubbotto, berretto e va dalla mamma.
«Ecco. I soldi sono giusti. Non perderli, mi
raccomando.» Lei controlla che il giubbotto sia ben chiuso, poi gli
fa l’occhiolino e dice: «Lo sai che devi mettere le scarpe, vero?»
Luca strizza entrambi gli occhi, li riapre, sorride.
«Sì, sì. Così non ho i piedi freddi. Sì.»
Infila le scarpe e, quando chiude le linguette in
velcro, le monetine cadono per terra e la mamma lo aiuta a cercarle.
Prima di uscire si china verso di lei e riceve un
bacetto di saluto sulla guancia ruvida del primo accenno di barba.
Fuori fa freddo. Mette le mani in tasca e continua a
stringere le monetine gelide per paura di perderle. Cammina
lentamente e fa attenzione ad attraversare la strada, come gli ha
insegnato la mamma.
Un gruppo di ragazzi sta chiacchierando all’angolo fra
l’edicola e il negozio di modellini. Luca guarda dritto davanti a
sé e continua a camminare.
«Ehi, Guerre Stellari! Dove stai andando?»
Stringe più forte le monetine. Continua a camminare.
Uno si stacca dal gruppo, gli si mette davanti e Luca è
costretto a fermarsi.
«Devo prendere il latte» bofonchia e prova a scartare
a destra. Poi a sinistra. È troppo lento: è sempre troppo lento,
con quei ragazzi. Resta fermo, si guarda intorno, ma la strada è
deserta.
Si sono avvicinati anche gli altri. Lo guardano.
Ridacchiano. Uno lo riprende con il telefonino. Luca allunga la mano,
per nascondersi, e le monete rimbalzano e rotolano sul marciapiede.
Non ne recupera nemmeno una: è sempre troppo lento. Eppure è alto
come un uomo e forte quanto loro. Ma si sta esercitando, e quando
sarà un cavaliere Jedi, allora sì, che potrà camminare per la
strada senza paura.
«Ehi, Guerre Stellari, ma ce l’hai tu l’innamorata?
Sai, come Luke Skywalker e la principessa Leila…» Non sanno niente
e fanno solo brutta figura.
«Luke Skywalker e Leila non sono innamorati, sono
fratelli» spiega. «Luke Skywalker si innamora di Mara Jade e Leila
di Ian Solo.» Sorride: è stato bravo.
I ragazzi borbottano fra loro, poi uno gli mette una
mano sulla spalla. Luca si divincola e vorrebbe avere la sua spada
laser, ma è rimasta a casa, accanto agli orsetti. Ansima, gli occhi
sgranati e un rivolo di saliva che scende dalla bocca semiaperta.
«Ehi, tranquillo, Skywalker.» Il ragazzo non lo tocca
più e gli mostra le mani, palmo in avanti. Luca non si fida di chi
segue il lato oscuro della forza, ma un cavaliere Jedi non deve avere
paura; si concentra per entrare in contatto con il lato chiaro della
forza e subito si sente più calmo.
Lasciatemi andare… lasciatemi andare… lasciatemi
andare… ma non riesce a manipolare la forza
e i ragazzi non si spostano.
«Senti, qua vicino abita Mara Jack…»
«Jade, si chiama Jade.»
«Sì, ok, Jane. Ti sta cercando. Vero ragazzi che ci ha
chiesto di Luca?» sono tutti seri e annuiscono.
«Davvero ha chiesto di me?»
«Sì, certo. Sei o non sei Skywalker?»
Luca annuisce eccitato. «Dov’è, dove posso
trovarla?» Ha fretta, adesso; si avvicina a quello che ha parlato e
lo prende per la giacca. Il ragazzo fa una faccia strana e un suo
amico interviene: «Dai, lascialo. Ti ci portiamo noi, va bene?»
Salgono in macchina in cinque. Luca è seduto davanti,
allaccia la cintura e guarda fuori, ma dopo poche centinaia di metri
non riconosce più niente. Posa il dito sul comando per abbassare il
finestrino: giù, su, giù, su, giù, su… fino a quando gli
intimano di smetterla. Dondola la testa avanti e indietro e cerca il
lato chiaro della forza.
Sono arrivati.
La strada è larga, a quattro corsie, con uno
spartitraffico centrale.
«Dai, scendi. Vedi? È quella là. Ti sta aspettando.»
Obbedisce. Le luci dei lampioni e i fari delle macchine
lo confondono. Sbatte le palpebre. Ci sono molte donne e non sa quale
sia Mara Jade; si gira per chiedere aiuto, ma l’auto è già
ripartita.
Una donna si avvicina ancheggiando nella minigonna
troppo corta, gli parla e lui non capisce bene cosa voglia.
Prova a chiedere se conosce Mara Jade e lei ride, di
lui. Vorrebbe tornare a casa, ma non sa da che parte andare. Si
avvicina a uno dei platani che costeggiano la strada, si appoggia
all’albero e cerca di sentire la forza. Tira su con il naso: non è
un cavaliere Jedi, ha freddo, vuole la mamma e gli scappa la pipì.
Una delle donne, la più vicina a lui, lo guarda ogni
volta che si accende una sigaretta; poi soffia il fumo verso l’alto,
socchiude gli occhi e fissa il cielo nascosto dalla luce dei
lampioni.
Il tempo passa e Luca ha tanto freddo che non riesce
quasi a muoversi.
«Cosa fai ancora qui?» La donna ha la voce roca e un
odore strano.
«Cercavo Mara Jade e mi sono perso.»
Lei lo guarda e ride.
Lui stringe i pugni.
«Ah, sì. Adesso ricordo, è quella di Guerre Stellari!
E tu chi sei? Luke Skywalker?»
Luca annuisce. «Sei tu Mara Jade?»
«Chiamami pure Mara» concede, e aggiunge: «Mi hanno
chiamato in modi peggiori. Dai, ti accompagno fino dai Carabinieri
che ti riportano a casa.»
«Mi scappa la pipì.»
«Guarda che bel platano, sembra fatto apposta.
Sbrigati.»
Luca non si muove.
«Se vuoi mi giro, ma stai tranquillo che non hai niente
che non ho già visto.»
«Non sono capace di fare pipì in piedi» ammette.
«La farai dai Carabinieri allora, andiamo.»
«Mi scappa la pipì. Devo farla s-u-b-i-t-o.»
Lei si stringe nella giacca troppo attillata. «Ce
la fai ad arrivare fino a quel camper?» Non aspetta risposta e si
avvia.
Dentro ci sono altre due donne. Il bagno è davvero
troppo piccolo, e anche sporco; è difficile abbassare i pantaloni
con le mani intorpidite dal freddo: si bagna le mutande, ma poco. Si
pettina con le mani, controlla che la maglietta intima non esca dai
pantaloni e di aver chiuso la cerniera.
Esce. Resta fermo in piedi e trema.
Mara si avvicina. «Dai che ti preparo qualcosa di
caldo. Oggi mi sento buona.» Zittisce le altre due che protestano in
una lingua incomprensibile, rovista all’interno dei pensili del
minuscolo angolo cottura e ne estrae un barattolo. «Che ne dici di
una minestrina?»
Luca dondola avanti e indietro e non risponde.
«Allora? Cos’è, non ti piace la minestrina?»
«No, non tanto.»
Lei studia il barattolo, guarda il ragazzo e sorride.
«Sai cosa? Ci mettiamo le stelline, così diventa come
la minestrina che mangiava Luke Skywalker in Guerre Stellari. Che ne
pensi?»
Mara ha i denti scuriti dal tartaro, il trucco sbavato e
negli occhi una luce triste, ma la forza scorre in lei e Luca smette
di dondolare e rilassa le spalle.
«Luke Skywalker mangiava le stelline?»
«E cosa vuoi che mangiasse? Certo che mangiava
stelline; uno che viaggia fra le stelle non può mica mangiare
tortellini!» E ride.
Ride anche Luca. Ridono anche le due donne. Il camper
non è un brutto posto.
Mangiano tutti e quattro attorno alla piccola tavola;
Luca sbrodola un po’ di minestrina sul tovagliolo di carta che ha
messo al collo, Mara gli porge un altro tovagliolo e lo aiuta a
sistemarlo per bene. Fra un boccone e l’altro parlano di Guerre
Stellari, della mamma e del papà di Luca, della scuola, dei ragazzi
che lo hanno portato fino a là; poi le donne parlano fra loro, e gli
sorridono. Fa caldo, gli è venuto sonno, non ha voglia di uscire e
non vuole lasciare Mara Jade.
«La tua mamma sarà in pensiero, se non sa dove sei…»
prova a convincerlo Mara.
«Oh!» e arrossisce. Fruga nella tasca dei pantaloni,
ne estrae un biglietto stropicciato e lo porge soddisfatto a Mara.
La donna lo legge, sembra voler dire qualcosa, ma ci
ripensa e compone il numero di telefono scritto sul biglietto.
Mara ha tanto insistito per portarlo a vedere le
stelle che Luca ha acconsentito a seguirla.
La strada adesso è deserta ed è acceso solo un
lampione ogni due. Lei fuma e l’odore fa tossire Luca. Tira
un’ultima boccata e getta la sigaretta in mezzo alla strada.
«Guarda» dice indicando il cielo. «Quella è l’Orsa
Maggiore, vedi il grande carro? E dalla parte opposta Cassiopea, a
forma di W. Visto? E lì, in mezzo, la stella polare!»
«Wow!» Ma non riconosce le forme che lei gli mostra:
solo tanti puntini sparsi nel cielo, proprio come le stelline sparse
nel brodo. «Tu ci sei stata, vero?» chiede.
«Oh, sì. Volo fra le stelle ogni notte.»
«E com’è?»
Mara cerca un’altra sigaretta. La accende e soffia il
fumo di lato, per non disturbare il ragazzo.
«Bello. La terra vista da distante è tutta azzurra e
verde, con le nuvole bianche. E le cose che quaggiù ti fanno
soffrire, lassù non si distinguono più.»
«Ci andiamo insieme?»
Tira una boccata e lascia uscire il fumo lentamente.
«La prossima volta che ci vediamo.»
«Prometti?»
«Certo!» Vorrebbe fargli una carezza,
ma il ragazzo si scosta e lei si concentra sulla sigaretta, sulla
strada e sull’auto che si sta avvicinando.
Luca vede la mamma scendere dalla macchina e le
corre incontro: gli mancavano i suoi abbracci. C’è anche papà con
lei.
«Amore, come stai? Va tutto bene?» chiedono.
Annuisce. Sorride. Ha tante cose da raccontare. Troppe.
Annuisce di nuovo.
«Mara. Ho incontrato Mara Jade!» annuncia. Ma quando
si gira Mara è sparita. La cerca in cielo e indica un puntino
luminoso che si muove. «Guarda, mamma, guarda! Sta viaggiando verso
le stelle!»
La mamma segue la traiettoria indicata da Luca fino alle
luci di un aereo di passaggio. «Ho visto, amore.» Rivolge una
domanda muta al marito che scuote la testa: non ha visto da che parte
è andata la donna che era con Luca.
«Torniamo a casa» dice.
Luca si siede sul sedile anteriore, allaccia la cintura
e guarda fuori.
«Lì, mamma, papà. Mara Jade abita lì.»
Il papà stringe le mani sul volante, la mamma si
allunga verso Luca e chiede sottovoce: «Sei stato lì dentro?»
«Sì» sbadiglia lui.
«Cos’avete fatto di bello…»
«Abbiamo mangiato la minestrina di Guerre Stellari.»
Appoggia la testa al finestrino, chiude gli occhi e mormora: «La
forza scorre potente in Mara.»
Il papà allenta la stretta sul volante e la mamma si
abbandona sullo schienale.