La nostra formidabile Yukie intervista per PescePiratA KIDS Tiziana Rinaldi, illustratrice, scrittrice e tanto altro.
A
volte è una nave che passa lontana. Un bosco segreto. Un piccolo
gruppo di case. Un fiore.
Altre volte sono invece stralci di frasi
sentite per caso. Una certa atmosfera mista di silenzio e di attesa.
Una poesia. Una storia. La strofa di una canzone.
Sono le cose
semplici quelle che ispirano le mie tavole. Quelle che vediamo e
sentiamo ogni giorno. Le porto con me, nel mio studio, e lì le
trasformo. Creando tavole coloratissime, bizzarre, poetiche.
Nascono
così i miei dipinti, opere originali in tecnica mista, in cui fondo
realtà e mondo onirico.
Questa
bellissima autopresentazione è di Tiziana
Rinaldi,
artista nata in Toscana ma residente in Liguria, dove da più di
dieci anni si occupa di arte a tempo pieno. I suoi lavori sono
esposti in mostre personali e collettive e molte delle sue opere si
trovano in collezioni private in Italia e all’estero. Accanto alla
ricerca pittorica si dedica anche all’illustrazione, con all’attivo
numerose pubblicazioni.
L’ho
avvistata mentre la “Pescepirata” toccava le coste liguri e l’ho
invitata a salire sulla nave per una chiacchierata.
Benvenutissima
Tiziana, sediamoci qui in coperta che fa più fresco. Posso offrirti
una pinta di rum? Un cartoccio di patate fritte? Un racconto da
illustrare?
Uh,
ma che belle tavole che hai portato, adesso le espongo sul ponte.
Intanto, se sei comoda, possiamo iniziare l’intervista.
Ah,
ma come si sta bene qui! Grazie dell'accoglienza, versa il rum e
andiamo ad iniziare.
Tu
nasci come pittrice, giusto? Come sei arrivata all’illustrazione di
libri per bambini?
Dunque…
ho iniziato la mia attività artistica nel 1995 come pittrice, dopo
aver frequentato i Corsi Liberi dell’Accademia Ligustica di Belle
Arti. Ma l’illustrazione è arrivata talmente dopo poco tempo, che
posso dire siano stati due percorsi paralleli.
E’
accaduto che, appena concluso il percorso accademico, una scrittrice
locale di mia conoscenza stesse pubblicando un libro di favole con un
editore genovese, ed entrambi stessero cercando illustratori per il
progetto. Fu direttamente la scrittrice a chiedermi se intendessi
partecipare, rinviandomi poi a colloqui con l’editore. Le mie
tavole piacquero, mi venne così assegnato questo primo lavoro -
condiviso con altre tre illustratrici. Riguardandolo con gli occhi di
adesso il mio segno era ancora molto immaturo, l’esperienza in
questo caso significa davvero tanto, e io non ne avevo affatto. Provo
però tenerezza e affetto per quelle prime tavole in cui riconosco
tanti debiti verso gli illustratori miei preferiti di quel periodo e
un’assoluta immaturità del mio segno personale. A quel libro seguì
un secondo, poi un terzo, sempre con la stessa scrittrice e lo stesso
editore. Subito dopo queste prime esperienze arrivarono, sempre in
modo fortuito, i contatti con l’allora nascente casa editrice
foggiana Mammeonline che si affacciava nel settore dei libri per
bambini e ragazzi con entusiasmo e ricerca qualitativa,
focalizzandone, specie in quelle prime opere, una nicchia specifica
socialmente rilevante: i bambini nati tramite fecondazione assistita
e i bambini adottati. Trovandomi adatta a quel tipo di progettualità,
ne sono diventata, in quei primi anni, illustratrice di riferimento,
fornendo il mio contributo grafico alla pubblicazione di diversi
volumi, alcuni illustrati interamente, altri con un numero limitato
di tavole o anche la sola copertina; partendo da quei primi testi
tematici, il percorso si è poi snodato attraverso libri di
narrativa, filastrocche, albi illustrati, con una varietà
indirizzata ad età che vanno dai 3 anni fino all’adolescenza.
Tuttora il mio percorso di illustratrice prosegue, seppure in questo
ultimo periodo ho preferito dedicarmi maggiormente alla pittura e
alla scrittura.
I
libri per bambini sono divisi, giustamente, per fasce d’età: le
parole devono adattarsi allo sviluppo cognitivo dei lettori. Vale
anche per l’illustrazione? Secondo te ci sono immagini più adatte
a bambini piccoli e altre destinate ai più grandi, oppure il disegno
ha un linguaggio trasversale, che comunica tanto ai piccoli come ai
grandi? Tieni conto dell’età del lettore a cui è destinato il
racconto, per illustrarlo?
Domanda
molto interessante... C’è una certa diatriba, nell’ambiente,
sull’argomento, con una piuttosto netta divisione tra chi pensa che
qualsiasi tipo di segno sia adatto ai bambini, chi invece preferisce
che le immagini per bambini debbano avere particolari canoni. Mi
colloco prevalentemente nel primo gruppo, ovvero penso che i bambini
siano troppo spesso sottovalutati, avendo invece la capacità e la
fantasia necessarie per poter comprendere ogni tipo di segno. Non
tengo quindi particolarmente conto dell’età cui è destinato un
libro, ma mi concentro più sulla storia: questa mi indicherà quale
linguaggio grafico utilizzare.
Ci
tengo però a sottolineare che seguo un mio filo personale per creare
immagini, cercando di trasmettere un senso di positiva armonia pure
in storie forti o tristi, e non amo usare espressioni violente o un
linguaggio espressivo crudo, neanche per gli adulti; forse anche per
questo non cambio particolarmente il mio registro espressivo a
seconda delle età di riferimento: ciò che desidero trasmettere alla
fine è sempre, per quanto mi è possibile, un messaggio di bellezza,
di luminosità, di grazia.
Cosa
ti ha spinto a diventare anche autrice?
Ho
sempre scritto. Diari, racconti, annotazioni fittissime durante i
viaggi... La scrittura è sempre stata, accanto al disegno, un
prediletto mezzo espressivo. Mentre però, per quanto riguarda il
disegno, ho sin da subito reso pubblico ciò che creavo, per un lungo
periodo ho ritenuto la scrittura qualcosa di intimo, da tenere per
me. E’ stato con la nascita del mio blog, che ho iniziato, molto
timidamente, a rendere pubblico anche questo mio lato. L’interesse
e l’apprezzamento per ciò che offrivo mi hanno dato il coraggio e
gli spunti per continuare, fino ad arrivare alla pubblicazione di un
racconto, nel libro Ancora
una (Ed.
Mammeonline), e di alcune filastrocche, nel libro Strocca
che Fila (Ed.
Mammeonline).
C’era
però una certa bambina che vive su un’isola, che da troppo tempo
stava aspettando il suo turno, diventando sempre più impaziente.
Questa bambina ha il nome di Ninablu e
le sue avventure, scritte in un lungo lasso di tempo, sono diventate
il mio primo libro completo (testo e illustrazioni).
Quali
sono le similitudini tra il linguaggio scritto e quello visivo? E le
principali differenze che hai trovato?
Non
trovo differenze tra scrivere, illustrare o dipingere. Utilizzo gli
stessi canali per tutte e tre le attività (ne aggiungo anche una
quarta: fotografare) mettendole tutte sullo stesso piano e
utilizzando la stessa finalità: raccontare una storia. Così che io
dipinga, illustri, fotografi o scriva, sarà sempre una storia che ho
in mente, con il suo inizio, lo svolgimento e la fine; e sarà quella
cui fare riferimento nell’aggiungere anche ogni più piccolo
particolare, che sia un segno grafico, un colore, una frase, la luce
di uno scatto.
Secondo
la tua esperienza, cosa preferiscono leggere i bambini?
Ai
bambini piace divertirsi, emozionarsi, sognare, indignarsi di fronte
alle ingiustizie... proprio come a noi adulti, anzi, forse a volte
anche con maggior intensità. Non penso che abbiano bisogno di libri
educativi, ma di belle storie, scritte con cura, con passione. In
ogni storia, anche in quelle apparentemente solo divertenti, ci
saranno poi spunti su cui riflettere, sia da soli che assieme ad
adulti di riferimento.
Credi
che con le giuste parole e immagini si possa affrontare, in un libro
per bambini, qualunque argomento?
Sì,
certamente. Anche i più difficili, come la sofferenza, la morte, le
ingiustizie. Siamo noi adulti a volerli proteggere in una sorta di
bozzolo. Amo molto il modo in cui crescono i bambini in campagna:
liberi di vedere la vacca che partorisce, l’uccellino ferito dal
gatto, la biscia morta. I bambini sono tremendamente curiosi, fanno e
si fanno di continuo domande, anche scomode, cui è possibile
rispondere anche attraverso i libri. Infine ogni sentimento fa parte
dell’esistenza, negarne alcuni aspetti, mostrare solo un lato della
medaglia, è impedire loro di vivere armoniosamente la totalità di
emozioni e sentimenti che ci dona la vita.
Andiamo
su aspetti più tecnici: chi decide la fascia d’età a cui è
destinato il libro: l’autore, nel momento in cui scrive, o la casa
editrice che lo inserisce in una data collana?
Penso
sia una sinergia. Non credo che l’autore, quando inizia a scrivere,
abbia in mente una fascia d’età ben precisa. Almeno, per quanto mi
riguarda, come dicevo più su, io ho sempre e solo in mente una
storia. Una volta scritta, e dopo averla mostrata alla casa editrice,
se adatta alla pubblicazione decideremo assieme l’età più adatta
ai suoi lettori.
Che
consiglio daresti a chi vuole iniziare a scrivere o a illustrare
libri per bambini?
Il
primo consiglio è: amate profondamente ciò che fate, ciò che
offrirete. Amate ogni minuto che impiegate a creare, amate
profondamente il prodotto finito, ma allo stesso tempo siatene
giudici feroci e imparziali. C’è una concorrenza spietata oggi, ma
io penso ci sia sempre posto per tutti coloro che diffondono il
bello: una bella storia, bei dipinti, curatissime illustrazioni.
Siate sempre obiettivi, scartate ciò che non convince per primi voi.
Siate professionali: dedicate ore, giorni, mesi al lavoro,
trattandolo proprio come tale, con cura, impegno, studio, onestà.
Non scoraggiatevi di fronte ai rifiuti: ci saranno, ma sono il più
delle volte salutari. Riprendete in questo caso il vostro lavoro in
esame e cercate di capire come può essere migliorato. Siate lettori
e osservatori onnivori, curiosi e instancabili: da tutti c‘è da
imparare. Seguite però poi sempre la vostra voce, che è l’unica
che potrà rendervi riconoscibili e indimenticabili. Infine, abbiate
cura voi per primi del vostro lavoro: informatevi sui vostri diritti,
di modo che, in caso di pubblicazione, o comunque di un lavoro
commissionato, possiate avere ciò che vi spetta, sia dal punto di
vista economico, sia legale.
Il
più bel commento che hai ricevuto da un bambino sui tuoi
lavori?
Adoro
essere commentata dai bambini
Sono
osservatori generosi, e sia nel bene, che nel male, dicono sempre
quello che pensano - e per fortuna!
Ti
racconto due commenti:
-
Il primo risale al 1996 anno in cui stavo esponendo per la mia prima
mostra personale a Portofino. Avevo, tra le altre cose, una serie di
piccoli dipinti coloratissimi rappresentanti buffi esserini, esposti
all’esterno della galleria. Stavo osservando i passanti, quando
vidi un papà col suo bimbo sulle spalle. Già da lontano il piccolo
cominciò ad indicare con il dito i dipinti, chiedendo al papà di
avvicinarsi, li guardò attentamente tutti, poi rivolgendosi a me
disse: che bellissima fantasia hai! Beh, credo che questo detto da un
bambino abbia un valore immenso.
-
Il secondo mi è stato raccontato da una delle lettrici che stanno
animando Flashbook-letture a ciel sereno. Il libro in lettura era il
mio La
strada di Miro (Ed.
Mammeonline), il commento che mi è stato raccontato è quello di
Livia, 6 anni, che sul finire della lettura si stropiccia gli occhi e
dice: “mi stanno uscendo le lacrime..."
Finisce
qui l'intervista (e il rum!). Che dire, Tiziana? Ti ringrazio
tantissimo per il tempo che ci hai dedicato e i bellissimi spunti di
riflessione che ci hai offerto. C’è qualcosa che vuoi aggiungere?
(alla Marzullo: fatti una domanda e datti una risposta ^_^)
Non
ho domande da farmi nemmeno particolari proclami
Aggiungo
solo un sentito ringraziamento a te e tutti voi di Pesce PiratA e un
sincero Buona fortuna! a chiunque stia leggendo adesso.
Qualunque
sia il vostro sogno, possiate realizzarlo.
Chè
un sogno realizzato rende felice il mondo intero
Yukie